In un mondo in cui spesso la meta prevale sul percorso, la fotografia analogica è il mio modo di immergermi nell'arte del processo.
È il luogo in cui accade la magia, in cui ogni fotogramma racconta una storia non solo attraverso l'immagine che cattura, ma attraverso l'anticipazione, l'emozione e la presenza assoluta richiesta in ogni momento.
Nell'era digitale, è così facile scattare, rivedere, cancellare e riprovare finché non otteniamo lo scatto perfetto. Ma con l'analogico, è un gioco completamente diverso. Ogni clic dell'otturatore diventa una scelta deliberata, un atto decisivo che è pervaso dall'emozione. È come stare sul filo del rasoio, aspettando che il momento giusto si sveli. Quel secondo perfetto in cui tutto si allinea: l'illuminazione, la composizione, l'emozione, prima di premere quel pulsante e immortalarlo sulla pellicola.
Ed è qui che sta la vera bellezza: la consapevolezza che hai solo una possibilità per catturare quel momento, per inciderlo permanentemente sulla pellicola. C'è un senso di urgenza, una consapevolezza acuta della natura fugace del tempo, e ogni fotogramma sembra un'opportunità preziosa. È una danza tra intuizione e tecnica, un emozionante gioco di tempismo e precisione.
Con l'analogico, non c'è gratificazione istantanea, nessun feedback immediato. È una lunga attesa, un viaggio di pazienza e fiducia. Invii il tuo rullino per essere sviluppato, aspettando con impazienza quali tesori nasconde. L'emozione cresce con ogni giorno che passa, come l'attesa di scartare un regalo tanto atteso.
Ma c'è una profonda lezione in questa attesa. Ci insegna ad apprezzare il processo, a gustare l'incertezza e ad abbracciare l'imperfezione. È un promemoria che la vita stessa è un'esperienza analogica, piena di imprevedibilità e di momenti che possono sfuggirci se non siamo completamente presenti.
Quindi, perché amo scattare in analogico? Perché è una celebrazione delle imperfezioni della vita e della sua bellezza fugace
. È un promemoria per assaporare il viaggio, essere completamente coinvolti in ogni momento e fidarsi della magia di catturare un pezzo del nostro mondo, un fotogramma alla volta. Non si tratta solo della destinazione;
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