In quel giorno speciale a Seoul, immerso nella bellezza dei ciliegi in fiore, ho scoperto una verità profonda sulla mia passione per la fotografia. Non si tratta solo di catturare momenti, ma di vivere pienamente il momento stesso
Aprile 2016
Per la settima volta, mi trovo in aereo, direzione : Corea del Sud
Nella mia borsa : il laptop aziendale e ovviamente la mia macchina fotografica. Un viaggio in Corea è sempre un'occasione troppo ghiotta per lasciare la macchina a casa e soprattutto, dopo i viaggi precedenti avevo definito in me alcune tappe desiderate da visitare non appena mi fosse stato possibile.
Avevo già visitato Seoul in Agosto, quando il calore dell’asfalto e l'umidità sono inversamente proporzionali, alla temperatura gelida dell’aria condizionata delle metropolitane.
Ero tornato di nuovo ad Ottobre quando le foglie delle querce e gli aceri arrossivano e si intonavano perfettamente con i colori dei vestiti tipici che i ragazzi erano soliti indossare nel parco di GyeongbokGung sede del palazzo reale.
Questa volta però era una stagione nuova era primavera ed mi sento elettrizzato dall'opportunità che avrei avuto,
I ciliegi in fiore e un luogo in particolare da visitare: il lago Se ok Con , sede dell'attesissimo festival dei ciliegi in fiore.
In un intervallo che dura meno di due settimane più di 1000 alberi di ciliegio mostrano il loro lato più incantato a migliaia di spettatori meravigliati, coppie di innamorati, famiglie con bambini turisti ed naturalmente fotografi si ritrovano per fare quello che i giapponesi chiamano : hanami (花見da hana, “fiore”, e mi, “guardare”). Letteralmente Guardare i fiori
Migliaia di coreani alla fine dell'inverno celebrano la rinascita della natura, espressa dai fiori di ciliegio, ammirando la loro fioritura e come velocemente sfioriscono creando delle romantiche piogge di petali. Un tributo all’intera filosofia asiatica legata alla cultura della pazienza, del rispetto della natura e della pace interiore.
La mia sorpresa al momento del mio arrivo fu molto più intensa di quanto avessi mai immaginato. Mentre camminavo lungo il viale principale che si estendeva per almeno quattro chilometri, rimasi incantato dalla vista che si stendeva davanti a me. Questo viale era come un tunnel di ciliegi in fiore, i loro rami danzavano gentilmente con la brezza primaverile. Ogni tanto, una folata di vento più intensa faceva cadere una pioggia di petali rosa, e sembrava che tutto si muovesse al rallentatore, come se fossi entrato in un mondo di sogno.
La bellezza di quel momento era travolgente. Non avevo previsto che sarei rimasto così colpito. Le lacrime di commozione iniziarono a scivolare lungo le mie guance mentre mi trovavo lì, di fronte a quella scena magica. Ero commosso e profondamente grato per avere l'opportunità di vivere un momento così straordinario. Avevo inizialmente pensato di catturare questa bellezza attraverso il mio obiettivo fotografico, ma ora mi rendevo conto che c'era qualcosa di più prezioso nell'immergersi completamente in quell'esperienza, nell'assorbire ogni dettaglio con i miei sensi.
In quel momento, il motivo che mi aveva spinto a viaggiare fino a Seoul sembrava svanire. Preferivo assaporare ogni aspetto di quella scena con tutti i miei sensi, invece di limitarmi a fotografarla. Ero pienamente consapevole che quella sarebbe stata la mia ultima visita a Seoul per un bel po', e l'opportunità di vivere un momento così unico e straordinario sarebbe tornata molto raramente.
Mi fermai improvvisamente, catturato da sensazioni incredibilmente potenti che sembravano permeare ogni fibra del mio essere. Era come se l'intero mondo intorno a me si fosse congelato per un istante, permettendomi di immergermi completamente in questa esperienza. Decisi che dovevo ancorare questa meraviglia nel mio corpo, in modo da poterla ricordare per sempre.
Mi sedetti delicatamente su una panchina lungo il viale dei ciliegi in fiore, chiudendo gli occhi con dolcezza. La meditazione del fotografo, come la chiamavo, era il mio modo di catturare l'essenza di un momento non solo attraverso la vista, ma anche attraverso tutti i miei sensi.
Iniziai a respirare profondamente, permettendo all'aria fresca e profumata dei ciliegi di riempire i miei polmoni. Sentii la brezza carezzare la mia pelle, i petali leggeri che cadevano delicatamente sulla mia testa. Con le orecchie acute, ascoltai il sussurro delle foglie, il leggero fruscio dei rami. Tutto intorno a me era vivo e pulsante.
Le mie mani delicatamente posate sulle ginocchia sentivano la rugosità della panchina sotto di me. Mi concentrai sulla sensazione di contatto, consapevole della solidità e della stabilità di ciò su cui ero seduto.
La dolce fragranza dei ciliegi in fiore penetrò ancora più profondamente nei miei sensi, e mi lasciai avvolgere da quel profumo avvolgente. Era come se tutto il mio essere fosse stato coinvolto in questa esperienza straordinaria.
Mentre ero in profonda meditazione, sapevo di essere riuscito a catturare quel momento non solo con la mia fotocamera, ma anche nel mio cuore e nella mia anima. Era un'immagine che avrei portato con me per sempre, una memoria che andava oltre la semplice fotografia. Era la bellezza, la pace e l'incanto di quel momento, ancorati profondamente in me attraverso ogni senso e ogni respiro.
In quel giorno speciale a Seoul, immerso nella bellezza dei ciliegi in fiore, ho scoperto una verità profonda sulla mia passione per la fotografia. Non si tratta solo di catturare momenti, ma di vivere pienamente il momento stesso. La fotografia è diventata il mio mezzo per connettermi con la bellezza, sia quella esterna che quella interna, e per continuare a meravigliarmi del mondo che mi circonda.
La meditazione del fotografo, con i suoi cinque sensi, mi ha insegnato a essere presente nel momento, a percepire la realtà in tutta la sua bellezza e complessità. Ogni scatto fotografico è diventato un'opportunità per esplorare la bellezza del mondo e di me stesso.
La fotografia, unita alla mindfulness, mi ha insegnato a rallentare, ad apprezzare i dettagli, e a vedere la bellezza anche nelle piccole cose. Mi ha insegnato a essere grato per ogni momento, per ogni emozione, per ogni colore e suono.
Oggi, quando fotografo, non cerco solo di catturare un'immagine, ma di catturare l'essenza del momento. La fotografia è diventata la mia via per esplorare la bellezza, la mia via per connettermi con la natura e con me stesso.
In fondo, il mio viaggio in Corea è stato molto più di un semplice viaggio di lavoro. È stato un viaggio verso la consapevolezza, la gratitudine e la bellezza. Ed è un viaggio che continuerò a fare ogni volta che alzerò la mia macchina fotografica, pronta a cogliere la meraviglia del mondo che mi circonda.
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